Plug and Pray
Nessun errore di battitura nell’espressione “Plug and Pray” ma un voluto un gioco di parole facilmente interpretabile che racchiude tutte quelle situazioni in cui la messa in pratica di quanto promesso sul libretto di istruzioni disattende la semplicità e le tempistiche implicite nel concetto “Collega e usa”.
Vediamone insieme alcune
Incognita USB-C
La più grande delle incognite ma anche la più affascinante. Ci si aspetta di collegare nel modo più semplice possibile il proprio smartphone al tv attraverso la porta USB-C ma non è assolutamente detto che questo avvenga. E non sempre è colpa del cavo o dell’adattatore. Il più delle volte sono gli stessi dispositivi sorgente (notebook, smartphone, tablet) a non abilitare la duplicazione dello schermo.
In altre parole: non è garantito che un PC possa mostrare il desktop su uno schermo esterno via HDMI Display Port solo perché è fisicamente dotato della porta USB-C. Detta porta deve essere esplicitamente dotata della funzione Alternate Mode HDMi o Display Port. questo è verificabile solo consultando la scheda tecnica dello specifico computer.
Criticità numero 2: alcuni dispositivi offrono una sola USB-C da utilizzare anche per l’alimentazione. Attenzione quindi alla scelta del cavo, che deve disporre della funzione Power Delivery in modo che sia possibile duplicare il monitor e alimentare il notebook contemporaneamente!
Cavi “lunghi” vs Extender
Il modo più sicuro per gestire un segnale sulle lunghe distanze è senza alcun dubbio l’impiego di un extender, che trasporta il messaggio attraverso la rete mantenendo stabili le risoluzioni. Da che lunghezza si parla di lunghe distanze? Per i segnali video possiamo indicare 15 mt come lunghezza massima gestita BENE tramite il solo cavo.
Ci sono ovviamente delle eccezioni. La tecnologia AOC o Active Optical Cable permette di aumentare la metratura dei cavi in quanto all’interno di ciascun connettore è presente un ripetitore di segnale che rende il cavo parte attiva della trasmissione per gestire una qualità ottimale del segnale anche a 30 e 50 mt.
Sempre più in alto
La tendenza attuale in materia di risoluzioni è parlare di 8k, ossia avere una quantità di pixel 4 volte superiore all’Ultra HD. Non parliamo poi del 10k. Ma siamo realmente in grado di gestire tutto ciò?
Sul mercato iniziano a vedersi le prime tv e monitor con pannelli predisposti a simili risoluzioni ma sono prodotti di nicchia rivolti a un mercato più che professionale. E le varie piattaforme di streaming e le console di gioco si stanno attrezzando per fornire ai propri utenti contenuti che sfruttino la massima definizione dei propri schermi ma considernado numeri e pixel ci aggiriamo ancora nell’era dell’Ultra HD.
L’utilizzo di un cavo 10K non si traduce necessariamente in un miglioramento della qualità video se tv e contenuti non sono predisposti a gestirlo. E chiaramente non è un problema del cavo. La transizione verso nuove risoluzioni è già in atto ma per apprezzarla a pieno dobbiamo aspettare ancora un po’.